Quattro
baldi nipoti che del loro congiunto avevano
"preso" temperamento e costanza, ma, buon per
loro, avevano tralasciato l'incondivisibile
interesse verso una inossidabile attenzione per muliebri
fattezze .
Insomma,
volenti o nolenti, il Nonno imperversava in lungo e
largo per rinverdir memorie ormai cadute qual piuma
d'uccello dondolante verso madre terra. Ma,
dall'indefettibile impegno profuso,è facile dedurre che
non sempre al "valore mancò la fortuna"...-
Malgrado
la veneranda età, tuttavia, conservava un Suo fascino
particolare che affidava ad un abbigliamento adeguato al
retaggio di un'epoca che lo ebbe quale sicuro
protagonista.Non era difficile,quindi,vederlo incedere,
col Suo passo "lungo e ben disteso",
desolatamente solo per Sua scelta, col Suo candido
cappello sotto al quale i radi e ben curati capelli,
scolpiti da sapiente spazzola, correvano dietro le
orecchie, scomparendo dentro la camicia di seta dal
colletto con foulard.
D'estate,poi,
completo in lino bianco,scarpe con ghette,colletto
aperto e fiore all'occhiello:un vestire da
"battaglia", accompagnato da
inequivocabili sguardi, non sempre graditi alle
disincantate destinatarie.
Il
decano,uomo altero con gli uomini, ma mai col gentil
sesso,era un elemento di rottura. Cioè,era
persona che, forte della sua discendenza collinare,
amava saltare a piè pari sulle convenzioni societarie,
inventandosi canoni di vita sui generis e su misura.
Continuò,dunque, a "rompere" anche con se
stesso, quando, contravvenendo ad una caratteristica del
Suo paese d'origine (Naso= Lo Sardo=Socialismo),scelse
di andare controcorrente tra gli "sciabacoti"
(pescatori orlandini), ponendosi a capo di un movimento
"neo-nostalgico".
Ma,
come si suol dire, "il diavolo fa le pentole,e non
i coperchi", per cui non tutto andò bene al Nonno
quando a chiusura di un comizio uno stridulo
inintelligibile strillo si infrappose tra il Suo
enfatico declamare ed il modesto uditorio: emozione che,
purtroppo, non gli rese giustizia, ma che,anzi,lo
consegnò nelle sicure mani di un sanitario amico.
Non
ho più memoria del signor Collica, ma sono certo che,
in linea col Suo carattere, non cedette neanche di
fronte alla morte, congedandosi da questo mondo e dalle
sue mollezze, sbattendo la porta.
Ciò
accadeva nel 1964, ad 84 anni d'età.
Tano Raneri
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